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31 Gennaio 2023

Il mercato del lavoro. Tra carenza di talenti e nuove esigenze dei lavoratori

Retribuzione più elevata, maggiore flessibilità e sostegno, migliori prospettive e una cultura più equa e inclusiva sono i fattori per garantire il coinvolgimento e la soddisfazione dei dipendenti

Il rapporto dei lavoratori con l’intelligenza artificiale

Uffici popolati solo da robot, ma anche macchine che ruberanno il lavoro agli umani. Sono questi gli stereotipi più diffusi legati all’intelligenza artificiale. Una visione che potremmo definire affascinante, per certi versi, ma che ha poco a che fare con la realtà.

«L’intelligenza artificiale – spiega Salvatore Caruso, Manager di JHunters, brand di Hunters Group– può essere un grande alleato anche per il mercato del lavoro, ma di certo non sostituirà mai gli esseri umani che, però, trarranno grandissimi vantaggi dall’applicazione della tecnologia. Pensiamo, per esempio, al tempo risparmiato dalle persone se un robot si occupa di svolgere attività quotidiane ripetitive, noiose e a scarso valore aggiunto. Occorre, secondo me, un cambio di punto di vista: l’AI non sostituirà mai le capacità umane, ma ne aumenterà il potenziale e le integrerà. Ad oggi, tra l’altro, l’intelligenza artificiale ha creato più posti di lavoro di quanti ne abbia fatti perdere (dati Ocse). Ed è da questo che dobbiamo partire». I risultati del sondaggio di Hunters Group, somministrato a circa 800 intervistati, ha rivelato che solo il 15% ritiene che strumenti come ChatGpt (acronimo di Chat generative pre-trained transformer, un chatbot basato sull’intelligenza artificiale, utilizzabile al momento gratuitamente) possano sostituirsi completamente agli esseri umani per alcune mansioni lavorative. Il 40,5%, invece, non lo ritiene possibile per nulla, considerando insostituibile il valore aggiunto della persona nella quotidianità lavorativa. Il restante 44,5%, ovvero la maggioranza degli intervistati, sostiene che in parte queste novità tecnologiche potranno influire su alcune professioni per come le conosciamo oggi, magari portando anche dei benefici alle attività e ottimizzandole.

Ma quali sono i settori che potrebbero beneficiare di queste novità? L’impiego di chatbot nell’ambito Customer Care non è certamente una novità. L’avvento della ChatGpt e dei suoi algoritmi estremamente sofisticati non potrà che favorire dunque un maggiore uso di tale strumento nel settore. Un altro settore che potrebbe vedere un notevole impiego della ChatGpt è poi il mondo Digital, ovviamente come strumento applicato alla creazione di contenuti digitali. I nuovi algoritmi consentono infatti all’Ia di creare testi e persino immagini originali. L’impiego dell’Ia faciliterebbe non poco il lavoro di content creator e di copywriter.

L’utilizzo di sistemi di IA per creare prodotti digitali potrebbe lanciare nuove sfide legata al mondo Legal. Intanto ChatGpt ha già attirato a sé molti criminali informatici, che in prima battuta hanno realizzato delle copie pressoché identiche del sito o dell’app, che installate nel cellulare del malcapitato diffondono contenuti malevoli. Il problema più grave è però un altro: è uno strumento che, nelle mani di un malintenzionato, lo aiuta a realizzare quelli che vengono chiamati attacchi di spear phishing. Si tratta, infatti, di attacchi iper customizzati, calibrati sulle informazioni che gli utenti, senza accorgersene, condividono sui loro account social e attraverso la navigazione quotidiana su pc e mobile. In questo modo i cyber criminali utilizzano quindi l’AI per costruire un contenuto ingannevole, creato ad hoc per la persona a cui si rivolgono. 

 

 

 

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