
L’Energy Manager nell’era della transizione 5.0
Questa figura riveste un ruolo strategico per le imprese. È infatti il professionista più indicato per valutare la sostenibilità tecnica ed economica degli investimenti, stimarne i ritorni, coordinare le diagnosi energetiche e assicurare l’allineamento tra innovazione tecnologica e obiettivi esg. Inoltre, si occupa della raccolta, gestione e validazione dei dati necessari per accedere agli incentivi del piano
La Legge di Bilancio 2025 ha confermato e rafforzato l’attenzione sul Piano Transizione 5.0, previsto nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) per il biennio 2024-2025. Questa misura ha l’obiettivo di sostenere la digitalizzazione dei processi produttivi e la riduzione dell’impatto ambientale sostenendo gli investimenti in tecnologie ad alta efficienza, sistemi di monitoraggio energetico e fonti rinnovabili. Grazie alla recente approvazione della manovra, sono state introdotte alcune novità, tra cui l’ampliamento della platea dei beneficiari e la semplificazione dei vincoli burocratici per la determinazione del risparmio energetico.
Per tradurre queste opportunità in azioni concrete e vantaggi misurabili è necessario un approccio
tecnico, integrato e strategico. In questo scenario, la figura dell’Energy Manager è essenziale: rappresenta il punto di connessione tra le esigenze operative dell’azienda, le opportunità offerte dal nuovo quadro normativo e gli obiettivi ambientali europei. È infatti il professionista più indicato per valutare
la sostenibilità tecnica ed economica degli investimenti, stimarne i ritorni, coordinare le diagnosi
energetiche e assicurare l’allineamento tra innovazione tecnologica e obiettivi ESG. Inoltre, si occupa
della raccolta, gestione e validazione dei dati necessari per accedere agli incentivi descritti nel Piano.
L’Energy Manager, da tecnico specializzato, diventa un professionista trasversale che rappresenta un
elemento chiave tra tre ambiti strategici:
• Finanza: si interfaccia con il controllo di gestione, traducendo gli interventi di efficienza in impatti economici misurabili. Oggi, infatti non è sufficiente conoscere i consumi di un impianto: è fondamentale quantificare il risparmio generato, valutarne il ritorno economico e stimare i benefici nel tempo;
• Direzione: traduce i dati energetici in indicatori economici, comunicando agli stakeholder interni ed esterni come gli interventi siano coerenti con gli obiettivi ESG e rappresentino una leva competitiva per l’azienda;
• Produzione: lavora a stretto contatto con il reparto operativo, proponendo soluzioni tecnicamente affidabili e sostenibili nel tempo per integrare le scelte in ambito energetico nei processi produttivi, senza
comprometterne l’efficienza.
Per ricoprire con efficacia un ruolo così multidimensionale e strategico, l’Energy manager deve disporre
di un profilo tecnico-economico solido caratterizzato da un percorso formativo strutturato e da competenze consolidate nel tempo, che gli consentono di operare con approccio integrato e visione sistemica all’interno dell’organizzazione.
In particolare, per questa figura si richiede la laurea in Ingegneria Energetica, Economia dell’Energia o Ingegneria Gestionale con specializzazione in energia o sostenibilità. Inoltre, deve ottenere la Certificazione “Esperto in Gestione dell’Energia” (EGE), che attesta almeno tre anni di esperienza e la capacità di effettuare diagnosi energetiche approfondite.
Il percorso formativo è solo il punto di partenza di un continuo aggiornamento professionale. La conoscenza delle tecnologie emergenti, come i sistemi di accumulo avanzati (Bess), l’intelligenza artificiale per l’ottimizzazione energetica, o i sistemi di monitoraggio basati su Internet of Things, sono essenziali per progettare soluzioni sempre più efficienti e adattabili alle sfide future. Per questo ruolo, è indispensabile rimanere costantemente aggiornati, in modo da integrare gli strumenti innovativi nella strategia energetica dell’impresa e garantire piani che possano rispondere efficacemente ai cambiamenti tecnologici, normativi e di mercato.
L’Energy Manager, quindi, si conferma una figura chiave per accompagnare le imprese italiane nella
Transizione Energetica verso un’economia sostenibile e resiliente. Un professionista che unisce tecnica, strategia e visione economica, rappresentando un asset fondamentale per la competitività aziendale.
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