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26 Giugno 2025

Migliorare l’equilibrio vita-lavoro nella logistica: una leva per ridurre il turnover

Il comparto logistico è in continua crescita: secondo le ultime stime, il volume delle spedizioni a livello globale toccherà nel 2025 i 217 miliardi di pacchi, trainato principalmente dall’espansione dell’e-commerce e dalla digitalizzazione dei processi. In Italia, il settore ha chiuso il 2024 con una crescita dell’1,7%, nonostante le pressioni inflazionistiche e la complessità degli scenari internazionali. Questi dati confermano l’importanza della logistica come nodo centrale per la competitività delle imprese, ma evidenziano anche la necessità di attuare politiche di fidelizzazione del personale in un mercato del lavoro sempre più fluido e dinamico.

Nel settore logistico – da sempre caratterizzato da ritmi serrati, responsabilità operative e gestione costante delle urgenze – il turnover rappresenta una delle principali criticità per la continuità aziendale. Negli ultimi anni, infatti, il tasso di abbandono è aumentato soprattutto tra le figure operative e i middle manager. Le cause non sono da ricondurre unicamente alla retribuzione, ma soprattutto alla difficoltà di conciliare vita privata e vita lavorativa. Tra i fattori più ricorrenti si trovano: carichi di lavoro eccessivi, turnazioni disagevoli, assenza di flessibilità e poche opportunità di crescita professionale.

Il turnover, oltre a rappresentare un costo diretto in termini di ricerca, selezione e formazione, incide negativamente sulla continuità operativa, sulla qualità del servizio e sulla motivazione dei team. Investire nel benessere organizzativo, quindi, non è più un’opzione, ma una necessità strategica. Lavorare sulla qualità percepita del tempo lavorativo permette infatti di ridurre l’assenteismo e il burnout, aumentare la produttività e la fidelizzazione, favorire l’inserimento di nuove risorse – in particolare nei ruoli più operativi – e allineare i valori aziendali ad una cultura del lavoro più moderna.

Il concetto di work-life balance non può più essere appannaggio esclusivo dei settori impiegatizi: anche nelle funzioni logistiche è possibile introdurre misure concrete per migliorare la qualità della vita lavorativa, dai magazzinieri ai responsabili di deposito, fino agli autisti.

Secondo Hunters Group, società di ricerca e selezione di personale qualificato, aumenta la richiesta di condizioni lavorative che rispettino i tempi delle persone. Un cambiamento che si riflette nelle esigenze sempre più esplicite espresse dai candidati.

Tra le principali richieste emergono:

  • pianificazione accurata e sostenibile dei turni, in particolare per autisti e magazzinieri, evitando sovraccarichi e straordinari sistematici;
  • orari flessibili laddove possibile, soprattutto per le attività di pianificazione o amministrative;
  • banca ore e smart working parziale per i ruoli compatibili;
  • pianificazione dei picchi di lavoro con maggiore anticipo, per ridurre lo stress da carico imprevisto;
  • politiche di welfare aziendale, con servizi alla persona, supporti alla genitorialità (come permessi aggiuntivi e convenzioni con asili), convenzioni locali;
  • possibilità di crescita interna, accompagnate da percorsi di formazione e aggiornamento continui;
  • ascolto attivo dei lavoratori, attraverso survey e incontri regolari con i team.

Questi interventi implicano innanzitutto un cambiamento culturale, ma si dimostrano sempre più efficaci nel favorire la retention e nel costruire un ambiente di lavoro attrattivo, anche per le nuove generazioni.

Le aziende che sapranno integrare obiettivi di benessere organizzativo all’interno della propria strategia potranno ridurre i costi legati al turnover, aumentare la produttività e migliorare la propria reputazione come datori di lavoro. In un settore che si evolve rapidamente, l’attenzione alle persone rappresenta la vera leva di innovazione competitiva.

 

 

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