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26 Febbraio 2020

Smart working: cos’è, le regole e come farlo senza perdere tempo

Che sia una pratica diffusa o una novità ci sono una serie di azioni che permettono di trasformare questa esigenza in un’opportunità. «Anche per quelle aziende che non hanno mai sperimentato lo smart working questa potrebbe essere una bella occasione per attuare una modalità di lavoro più flessibile che caratterizzerà sempre di più i prossimi anni» ha dichiarato Joelle Gallesi, General Manager di Hunters Group, che ha stilato i cinque consigli per l’ottimizzazione delle ore di lavoro in smart working:

1. Attenzione ai mezzi di comunicazione. Stare in smart working non significa essere in isolamento: proprio come la collaborazione tra colleghi dislocati in diversi uffici, il lavoro agile richiede l’apertura alla comunicazione multicanale (skype, telefono, mail, chat aziendale…) e la reperibilità garantita negli orari lavorativi, proprio se si stesse alla propria postazione in ufficio.

2. Obiettivi chiari e scadenze precise. Prima di iniziare, è fondamentale aver chiari gli obiettivi a breve termine e concordare le scadenze per la consegna dei lavori che si dovranno gestire durante le ore di attività. Lo smart working è un metodo di lavoro che si misura in risultati, non in ore lavorate, per cui è importante avere delle “unità di misura” condivise.

3. Spazio fisico idoneo. Proprio come in ufficio, è importante costruire a casa propria o in un altro ambiente (co-working, bar, albergo…) una soluzione idonea allo svolgimento della propria attività. Una seduta comoda, uno spazio per appoggiare il pc e nessuna distrazione acustica sono alcune delle condizioni necessarie per poter lavorare in serenità e concentrazione.

4. Gestione del tempo per raggiungere gli obiettivi condivisi. Potrebbe rendersi utile la stesura di tutte le attività da svolgere in giornata. Non dimenticare che lo smart working permette l’incastro in agenda di impegni personali e attività professionali: tutto sta alla tua capacità di ottimizzare i tempi lavorati e bilanciarli con quelli tipicamente “di pausa”.

5. Lo smart working non è infinito. Sebbene il lavoro agile presupponga l’orientamento all’obiettivo piuttosto che all’orario, è importante ricordare che questo non implica la disponibilità senza limiti di orario: la flessibilità concessa ai collaboratori non deve essere persa per rispondere h24 alle richieste di clienti, fornitori, colleghi o capi. Non dimentichiamo che un lavoratore stanco, subisce necessariamente un calo della produttività.

Leggi l’articolo su GQ Italia.

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