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20 Ottobre 2014

Il curriculum che non avremmo mai voluto ricevere

Volevo iniziare con “Il curriculum che non avremmo mai voluto ricevere”. O forse si? Perché effettivamente certi curricula producono il desiderabile effetto sia di far meglio comprendere tratti salienti della personalità di chi li redige, sia di facilitare la selezione del candidato in esame già da una prima lettura dello stesso.

Spesso ci viene chiesto dai nostri clienti di modificare lo scritto per renderlo più ordinato e leggibile; ho sempre cercato di dissuadere tale pratica. Il CV parla, ed anche molto: come è scritto, con quale struttura, che caratteri vengono scelti, che organizzazione ha il testo, persino il form e gli hobbies hanno qualcosa da dirci. Diffido della santa trinità “teatro, lettura, cinema”, sempre cadenzati in questo modo e ordine, mi paiono messi lì senza volontà di sforzare qualche pensiero originale. Così come non amo molto il form europeo, denota poca iniziativa personale e voglia di distinguersi.

Poi c’è la ricerca ossessiva degli errori, punteggiature, elenchi non chiusi, errori di ortografia e talune volte di sintassi. E’ meglio che il documento arrivi così com’è stato prodotto direttamente al cliente o al selezionatore, che con occhio attento riuscirà a leggerne nelle trame la personalità, punti di forza e di miglioramento.

Belli sono i CV che sostituiscono la lettera di presentazione che, personalmente leggo reputandola importante, con una frase di un paio di righi che colpisca. Certo non del tenore “Consideratemi, sono il migliore” (ho letto anche questo SIC). Però una frase come “ Non sono esattamente quello che state cercando ma impegnerò me stesso al mio massimo, con tutta la mia energia ed entusiasmo per colmare le mie lacune nel minor tempo possibile e rendervi felici della scelta che avrete fatto” suona già diversamente.

Cerco sempre di ricordarmi e ricordare che, seppur nasca antico, il Curriculum Vitae et Studiorum, rappresenta oggi una brochure, non un rendiconto dettagliatissimo di quanto fatto e studiato, ma un veicolo moderno che riassuma i tratti salienti di noi stessi, le esperienze professionali cercando di dare il significato all’ordine temporale e soprattutto invogli un selezionatore a voler parlare con noi e approfondirle.

Vi confido infine una curiosità: in ogni società di selezione vi è una parete cui vengono affissi i curricula più “particolari e…” ma questa è un’altra storia.

 

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