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15 Febbraio 2022

Buone prospettive per i Grid Connection Manager

Crescono le richieste di Grid Connection Manager: per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione è necessario un forte incremento della potenza installata nel nostro Paese, sia attraverso lo sviluppo di nuovi impianti, sia grazie ad un’azione di ammodernamento del parco esistente, sfruttando l’avanzamento tecnologico. L’effetto complessivo del PNRR, atteso per il 2030, è di raggiungere un installato complessivo da rinnovabili di 43,2 GW.

È questo uno scenario in cui deve necessariamente avvenire lo «sblocco» delle autorizzazioni, accompagnato da misure di sostegno indispensabili – come ad esempio il prolungamento di meccanismi di supporto in continuità con quelli previsti dal FER 1 e l’introduzione di obiettivi regionali coerenti con gli obiettivi nazionali – con anche la possibilità di rivedere le limitazioni imposte al consumo di suolo e l’introduzione in modo strutturato di nuovi servizi quali lo storage.

Il sistema elettrico risulterà diverso da quello attuale, ma cambierà gradualmente nel corso dei prossimi anni, dando modo ai diversi attori coinvolti di adeguarvisi progressivamente.

“È proprio in questo contesto – precisa Davide Boati, Executive Director di Hunters, brand di Hunters Group dedicato alla ricerca e selezione di profili  – che si inserisce una delle figure ad oggi più ricercate presso società che si occupando di sviluppo e realizzazione di grossi impianti a terra (solari ed eolici): il Grid Connection Manager, esperto di Connessioni di grossi impianti. Una crescita costante negli ultimi anni, che si aggira intorno al 300% anno su anno”.

La RAL indicativa per questi profili spazia tra i 50.000 euro lordi per le candidature con 3-4 anni di esperienza fino agli 80.000 € per i professionisti con 7-10 anni di esperienza nell’ambito. In alcuni casi vengono fatte crescere internamente figure esperte in progettazione elettrica, alle quali vengono affidati ruoli più ampi legati anche alla connessione degli impianti.

 

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