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18 Ottobre 2018

Mercato ICT: non sottovalutare le soft skill

Soft skill nel mercato ICT: il giusto peso
La questione è talvolta sovrastimata, ad esempio quando si cercano profili estremamente operativi, come il programmatore o il sistemista, a patto che non abbiano un ruolo di team leader o non siano in costante contatto con il cliente. In questo caso è bene per l’azienda che li vuole inserire valorizzare le hard skill, risorsa scarsissima di questi tempi. Della serie: se trovi un buon programmatore tienilo stretto… anche se non ti è simpatico. Altre volte, invece, la questione è sottovalutata, soprattutto dai candidati. Bisogna ricordare però che buone capacità relazionali e gestionali sono fondamentali e imprescindibili per fare carriera e guadagnare di più. Chi sa gestire un team e terze parti (cliente, fornitore, ecc.) può crescere. Chi non è in grado è destinato ad un lavoro di certo sicuro, perché la domanda non manca, ma senza prospettive. Per concludere, sempre con pragmatismo: è bene che le aziende giustamente pretendano buone soft skill, ma con flessibilità se si tratta di profili fortemente operativi. Al contempo, è bene che i candidati ICT diano maggiore valore agli aspetti umani. Infatti, per quanto operino in un mondo tecnico, le aziende sono e saranno sempre un contesto umano, ed è sempre il fattore umano che ripaga, in tutti i sensi.  
Soft skill nel mercato ICT: criticità
Le soft skill sopra elencate sono sempre apprezzate, ma esiste un’importante criticità riscontrata da noi head hunter e dalle aziende nella ricerca di un profilo ICT. L’ostacolo sta nel trovare professionisti che, oltre alle capacità tecniche (assolutamente imprescindibili in questo settore), abbiano buone doti di relazionali, combinazione per niente scontata. Spesso infatti il mondo ICT è molto più attento alle questioni tecniche rispetto a quelle umane, un fatto che potrebbe essere correlato al background di chi lo popola oppure anche a una bassa presenza femminile. Ma qual è il giusto peso da attribuire alla questione? Come superare la criticità? Crediamo che la soluzione stia nel pragmatismo. Prendiamo atto, infatti, che chi ha scelto la strada di una professione così tecnica, ad esempio il programmatore, probabilmente non vuole o non è naturalmente portato alle relazione quanto piuttosto ad un lavoro solitario.
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