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06 Luglio 2021

L’energia diventa local, la casa smart. E nascono nuove professioni

Un risvolto dell’Internet of Things che richiederà sempre più figure, anche manageriali, in grado di garantire le importanti competenze di analisi dei dati necessarie.

Data scientist e data engineer sono le professioni emergenti e più innovative legate al mercato dell’energia e alla profonda trasformazione che sta vivendo, grazie soprattutto agli impianti di
generazione di potenza nominale inferiore a 10 MW. Con la tariffa incentivante per l’energia auto consumata e la spinta del Superbonus 110%, la produzione di energia, infatti, diventa local, a
km0, città e quartieri si trasformano in smart grid e le case diventano smart, per promuovere un consumo intelligente.
È un risvolto dell’Internet of Things (IoT), un contenitore di tanti ambiti applicativi che insieme nel 2021 totalizzano in Italia un valore di 8 miliardi di euro secondo la previsione di GreenVulcano
Technologies basata sulle ricerche condotte dall’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano.

Un ambito che comprende le smart car (la metà del parco auto circolante in Italia risulta già connesso); e, appunto le smart city e lo smart building, con un fatturato di 1 miliardo di euro
ciascuno. “La digitalizzazione dell’energia – spiega Davide Boati, Executive Director del brand Hunters di Hunters Group, società di ricerca e selezione di personale altamente qualificato – è l’applicazione di una tecnologia intelligente in grado di massimizzare l’efficienza degli impianti.

Tuttavia, l’applicazione dell’IoT a termostati e caldaie, ma anche alla rete elettrica domestica, cominciando dall’illuminazione, richiede competenze di analisi di dati molto importanti. I data
scientist e data engineer sono tra le figure professionali più importanti per le società energetiche in questa fase; difficili da reperire sul mercato proprio per la carenza di figure poliedriche, con una
visione a 360 gradi del valore aggiunto che i numeri possono apportare in azienda”. Si tratta di professionalità complesse, in grado di gestire i Big Data ma di occuparsi anche di strategie di business, di marketing, di vendita, della definizione di nuovi prodotti e servizi, e che richiedono una laurea avanzata in statistica, scienze dell’informazione e matematica o informatica e un’adeguata formazione ed esperienza aziendale.

“Date per assodate le competenze tecniche – aggiunge Davide Boati – a fare davvero la differenza è la capacità di pensare e, quindi, operare da manager. Il che comporta non solo capacità di analisi, ma anche di interlocuzione con i piani alti delle aziende”. Un’altra figura interessante sul mercato green, secondo Hunters Group, è quella dell’esperto in gestione energetica, un professionista che opera solitamente all’interno di società di ingegneria o aziende che decidano di sviluppare progetti di transizione energetica importanti, e che spesso lavora per una pluralità di clienti industriali con l’obiettivo di gestire l’energia in modo razionale per ottimizzare l’efficienza, riducendo consumi e sprechi. Il percorso formativo parte da una laurea in Ingegneria energetica o affini e prevede un esame abilitativo.

 

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