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13 Marzo 2020

Il rischio di impresa ai tempi del Coronavirus

Rischio Reputazionale

Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:

Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
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Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
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Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
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Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
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Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

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Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
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Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
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Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
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Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
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Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità

Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
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Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità

Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità

Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità

Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità

Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
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Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda.
Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità

Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
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Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda.
Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
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ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità

Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda.
Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità

Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
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Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda.
Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità

Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
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Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda.
Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
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Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità

Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
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Risk Analyst:
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Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda.
Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità

Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.

Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda.
Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità

Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio Operativo

Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.

Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
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Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
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Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda.
Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità

Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
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Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio Operativo

Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.

Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda.
Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità

Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner.
Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.

Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio Operativo

Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.

Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda.
Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità

Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner.
Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.

Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio Operativo

Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.

Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda.
Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità

Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.

Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

Secondo gli esperti di settore è troppo presto per misurare l’impatto che la situazione di emergenza legata al diffondersi del Coronavirus avrà sulle aziende. Presentiamo quindi i tre rischi strategici che i CFO e gli altri Dirigenti dovrebbero considerare nella valutazione di questa minaccia.

Rischio di Liquidità
Il diffondersi del Coronavirus, con i suoi relativi contagiati, può avere un impatto sui ricavi di un’azienda attraverso rallentamenti della produzione, difficoltà nella fornitura di beni o servizi al mercato, forti cali della domanda di beni e servizi dell’azienda e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti. L’epidemia di Coronavirus potrebbe non avere effetti a breve termine sul bilancio o i flussi di cassa di una società, ma non sono da sottovalutare eventuali conseguenze negative sul business dei prossimi anni. I CFO, nel proiettarsi al futuro, sono chiamati a rivedere le linee di debito e credito per garantire disponibilità di liquidità alla propria azienda. Molte imprese hanno messo in atto piani di recovery o di emergenza in caso di interruzione imprevista della produzione. I CFO dovrebbero quindi riesaminare la fattibilità di tali piani e garantirne l’efficacia efficaci a breve, medio e lungo termine per una contingenza come il diffondersi del Coronavirus e apportare fin da subito le necessarie modifiche.
Rischio Operativo
Il monitoraggio della Supply Chain di un’azienda è cruciale perché consente di rispondere a interruzioni impreviste. Ritardi o sospensioni nella ricezione di materiali dai fornitori possono a loro volta portare a consegne tardive ai clienti e incrinare le relazioni esistenti con fornitori e consumatori; le aziende dovrebbero valutare il potenziale impatto di questi eventi sui rapporti commerciali e tenere informati della situazione i clienti chiave e altri partner. Inoltre, è bene tenersi pronti a sostenere un fornitore chiave per mantenere le proprie relazioni con i clienti e garantendo gli obblighi di consegna. Come accennato, l’utilizzo di capitale (liquidità) proveniente da altre parti dell’azienda può ridurre lo stress sulla catena di fornitura.
Rischio Reputazionale
Gli azionisti e i potenziali investitori fanno molto affidamento sulle comunicazioni aziendali al momento di prendere decisioni di investimento. La recente volatilità del mercato dimostra una sostanziale incertezza degli investitori in merito alla gravità e alla durata dell’emergenza. Alla luce della situazione in rapida evoluzione, i CFO dovrebbero prendere in considerazione il business della propria azienda per determinare se sia opportuno fornire eventuali aggiornamenti al mercato. La revisione dei processi interni e della linea tenuta per le comunicazioni esterne aiuterà l’azienda ad evitare eventuali errori o misunderstanding con gli investitori. In questo momento storico è probabilmente troppo presto per determinare l’impatto che il Coronavirus avrà sui profitti di un’azienda. Per essere preparati, scongiurando azioni immotivate, tra i profili più richiesti per la stima e gestione del Rischio d’Impresa, si evidenziano in particolare:
Risk Manager:
ruolo cruciale in questa fase in quanto garantisce la business continuity aziendale e la sopravvivenza stessa dell’impresa. Un profilo che in media percepisce una RAL compresa tra i 60.000 e gli 80.000 €.
Risk Analyst:
ruolo di supporto al Risk Manager, ma fondamentale nell’elaborazione dei dati che gli consente di prevedere scenari futuri. Una corretta analisi dei dati può portare a decisioni che impattano positivamente sul business dell’azienda durante le emergenze. In questo ruolo le retribuzioni si assestano tra i 35.000 e i 45.000 €.   Leggi anche: Controllo qualità: aumenta l’attenzione sulla funzione Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani” Dopo l’emergenza Coronavirus aumenteranno i CV non lineari: come leggere tra le righe?   → Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

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