CONDIVIDI
02 Maggio 2019

Ti piace il tuo lavoro? E ai tuoi dipendenti?

40 ore a settimana in azienda, moltiplicate per almeno quarant’anni che si passano in media al lavoro prima della tanto agognata pensione. Una vita trascorsa tra le quattro mura dell’ufficio, insieme ai colleghi, responsabili che ci vedono più dei nostri genitori, dei nostri figli, compagni, amici. Tutto ciò ci pone molto spesso di fronte ad una domanda fondamentale: ti piace il tuo lavoro?

Una domanda forse retorica, ma non sempre la risposta è positiva. Almeno secondo quanto dimostrato dal rapporto Gallup State of the Global Workplace, che ha provato a capire le risposte in 155 paesi nel mondo: i risultati sono tutt’altro che incoraggianti. Soprattutto per l’Italia.

Il nostro paese si posiziona all’ultimo posto come tasso di engagement e con il 30% di dipendenti “disimpegnati” («actively disengaged»), ovvero denotati da poca motivazione e voglia di fare.
In Europa, spiega Gallup, «le aziende hanno bisogno di nuovi approcci e strumenti per superare questo malessere». Serve una trasformazione culturale che «influisca su tutti i dipendenti in modo che possano lavorare interagire meglio con chi li circonda».

Cosa possiamo fare per migliorare il tasso di engagement?

  1. Incoraggiare i dipendenti a esprimere le proprie opinioni liberamente
    Il primo passo per fare sentire i dipendenti parte integrante dell’organizzazione aziendale è coinvolgerli anche nella fase decisionale e fare capire loro che per il management contano anche le loro opinioni e le loro impressioni.
  2. Riconoscere i loro meriti sul lavoro
    Un metodo per aumentare la soddisfazione di un dipendente è provargli che l’azienda apprezza il lavoro svolto a tal punto da prevedere delle gratifiche; a questo punto è d’obbligo una precisazione: non stiamo parlando per forza di aumenti di stipendio. Simili azioni, infatti, per quanto gratificanti sono anche piuttosto impersonali; il management invece deve agire informandosi sulle loro abitudini e passioni. Un biglietto omaggio per una partita o uno spettacolo teatrale possono essere delle valide alternative!
  3. Aiutare i dipendenti a fare squadra
    Questo è il consiglio probabilmente più difficile da applicare: a seconda del tipo di lavoro che il dipendente svolge in azienda può non essere semplice farlo sentire parte di un gruppo, soprattutto se il lavoro in questione è un’attività individuale da svolgere in totale autonomia. I dirigenti devono quindi cercare di coinvolgere i dipendenti a ogni livello in attività di gruppo dentro e fuori dall’ufficio: cene ed eventi di team building possono essere dei validi alleati per aumentare i livelli di engagement dei dipendenti e aiutarli a ricordare che qualsiasi sia il loro lavoro, loro sono parte di un ingranaggio prezioso senza il quale l’intera azienda non potrebbe funzionare.


E a te… piace il tuo lavoro?

 

Leggi anche:

Smart working: quando la tecnologia ci “rende umani”

Cambiare lavoro: 3 consigli da un head hunter

L’head hunter? Un alleato strategico

Generazione X vs Millennial: scontro o ricchezza?

 

→ Il blog di Hunters Group: news dal mercato, consigli sul lavoro, notizie sulla vita aziendale

FANNO PARTE DI HUNTERS GROUP

© 2022 Hunters Group S.r.l. | Via Giovanni Boccaccio, 29 – 20123 Milano | [email protected] | T: +39 02 2951 1023 | C.F. / P.I. 03287420610 | Aut. Min. Lav. 13/I/0018250 | REA MI 1871137 | Credits by Bryan